Genitorialità in azienda, ecco come e perché è nata La Luna del Grano

Sonia Zappitelli è una consulente aziendale specializzata in servizi welfare a supporto della donna e della genitorialità, mentre Debora Manunta è un’imprenditrice specializzata in ambito materno-infantile, nonché Presidente della Casa Maternità Le Maree di Genova.

Insieme hanno deciso di dare il via alla Luna del Grano, un progetto che vuole mettere al centro la genitorialità, e specialmente il rientro delle neo mamme in azienda.

 

Abbiamo fatto loro qualche domanda, per capire meglio cosa si nasconde dietro alla loro idea!

 

 

Qual è la situazione delle donne in Italia anche dal punto di vista occupazionale?

Debora Manunta

 

La fotografia delle donne, allo stato attuale, in Italia, ci restituisce una situazione abbastanza sconfortante. Se ci paragoniamo ai Paesi virtuosi del Nord Europa come Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia e alla più vicina Germania, come percentuali siamo ancora molto lontani. Infatti dall’ultimo report “Global Gender Gap Index 2022” del World Economic Forum, che misura il raggiungimento della parità di genere in termini di partecipazione economica e politica, salute e livello di istruzione, l’Italia occupa il 63° posto su 146 Paesi, dopo Uganda e Zambia. A livello europeo è 25esima su 35 Paesi!

 

Per quanto riguarda invece nello specifico, la partecipazione delle donne al mondo del lavoro, in Italia la percentuale risulta ancora troppo bassa, nonostante le donne siano più istruite degli uomini (il 59% dei laureati italiani è donna e il voto di laurea femminile è di 2 punti superiore a quello maschile). L’Italia infatti è uno dei Paesi con il più ampio divario occupazionale uomo-donna. E il gap aumenta ancora di più se si confrontano i soli uomini con donne con figli!

 

Ne consegue che uno dei fattori maggiormente discriminante e impattante è “diventare madre”. Nel nostro Paese la responsabilità di cura della casa e la gestione/assistenza dei figli non è bilanciata e ricade ancora quasi esclusivamente sulle donne, che sono il principale caregiver.  Il 38% delle donne modifica la propria situazione lavorativa per esigenze familiari contro il 12% degli uomini. Il 33% delle donne abbandona il mondo del lavoro dopo il primo figlio, la percentuale cresce con l’aumento del numero di figli. 

 

Alla base c’è una difficoltà oggettiva a conciliare vita privata e vita lavorativa, questo stato di cose continua a penalizzare significativamente le donne ed è anche la ragione per cui molte decidono di abbandonare il lavoro, lavorare part time o accontentarsi di ruoli marginali e venir pagate meno di un uomo (il cosiddetto Gender Pay Gap – Divario retributivo di genere).  Una situazione alquanto preoccupante che sicuramente si è aggravata con la Pandemia dove le donne hanno pagato il prezzo più alto.

 

 

La maternità in azienda. Quali sono le difficoltà?

Sonia Zappitelli

 

La maternità viene spesso rappresentata con il colore rosa, ma di roseo, in senso “felice”, in azienda quando si parla di neo mamme c’è veramente poco.

Una delle principali difficoltà da scardinare risiede proprio nella cultura e nel concetto stesso di lavoro subordinato. La scarsità e la precarietà delle opportunità di lavoro degli ultimi trent’anni è stata un fattore determinante nella costruzione di un immaginario collettivo del lavoro molto rigido con una scarsa attenzione ai lavoratori nella loro totalità: non solo dipendenti, ma anche persone con esperienze di vita trasformanti come appunto il diventare genitori.

 

Le nostre organizzazioni oggi non sono “pronte” ad accogliere la maternità, anzi, diciamolo pure con onestà, spesso è un vero problema perché porta ad una rottura degli equilibri, a una riorganizzazione forzata e, in tanti casi, si parla addirittura di un maggiore dispendio economico.

A prevalere sono quindi i concetti di presenza, orari e performance a discapito della persona e delle politiche di flessibilità e di work-life balance, al centro del dibattito sul people management degli ultimi anni.

La mia osservazione esplicita sul work-life balance è che In molti casi, semplicemente non c’è, in tanti altri non è assolutamente efficiente, rimane sulla carta ma a livello operativo non viene applicato e non porta soluzioni o benessere.

 

La difficoltà principale per una lavoratrice madre sta proprio nella conciliazione vita-lavoro; il peso e il carico mentale di dover tornare velocemente alle stesse performance e agli stessi orari lavorativi del pre-maternità genera frustrazione e stress, poichè non ci sono misure di aiuto sufficienti per agevolare questo rientro, nè da parte delle aziende nè delle istituzioni nè delle strutture territoriali.

La maternità in azienda troppo spesso finisce per diventare una lotta di diritti e concessioni da cui non solo la neo-mamma ma entrambe le parti ne escono sconfitte e insoddisfatte.

 

 

Ci racconti tua esperienza da mamma in azienda e come nasce l’idea imprenditoriale de La Luna del Grano?

Sonia Zappitelli

 

In prima persona ho vissuto le difficoltà del rientro a lavoro dopo la maternità. Prima della gravidanza, un anno e mezzo fa circa, ricoprivo un ruolo manageriale all’interno di un’azienda multinazionale di risorse umane, e mi occupavo proprio di welfare a supporto dei lavoratori. Il paradosso è che mai avrei immaginato che proprio io, che progettavo e promuovevo misure di worklife balance, avrei vissuto questa fase della mia vita con così tanto disagio. Ho scelto di abbandonare il mio ruolo, mi sono dimessa lasciando il mio stipendio fisso indeterminato e una carriera ben avviata.

 

Mi sono però fermata ad analizzare la situazione, frustrata e arrabbiata per ciò che avevo vissuto.  Le principali misure welfare a sostegno dei genitori che io stessa avevo avuto modo di promuovere si scontravano con i numeri di questo fenomeno. Le convalide delle dimissioni volontarie delle lavoratrici madri al primo figlio, censiti dell’Ispettorato del Lavoro, lo dimostrano chiaramente: sono oltre 30 mila. Non ero sola. Come me migliaia di donne avevano riscontrato le stesse problematiche arrivando alla medesima soluzione.

 

Di neo-mamme che abbandonano per inconciliabilità non se ne parla abbastanza, dentro e fuori le aziende, un dato che si tende quasi a nascondere. L’abbandono del lavoro da parte delle neo-mamme sembra quasi un loroproblema”, una condizione che scelgono: famiglia o lavoro- dentro o fuori, su cui le organizzazioni sembra non abbiano capacità di agire. E le aziende realmente non sempre hanno la percezione invece di quanto questo fenomeno sia anche un “loro problema” e di quello che realmente potrebbero fare per contrastarlo, a vantaggio di tutti.

 

La Luna del Grano – Società Benefit nasce e si posiziona in questo specifico contesto con un obiettivo chiaro: dare supporto alle neo-mamme, rallentare il flusso di dimissioni volontarie accompagnando le lavoratrici affinché riescano a rientrare a lavoro mantenendo il loro ruolo, incentivando la crescita professionale e garantendo un’adeguata autonomia economica.

Il progetto nasce da una sinergia di intenti con Debora Manunta (co-fondatrice) e Happily Srl Società Benefit.

 

 

Cosa offre alle aziende La Luna del Grano- Società Benefit?

 

Affianchiamo gli HR nella progettualità di servizi e misure welfare proponendo un percorso Back@work dedicato alle neo-mamme in 5 step, completamente in remoto, che coinvolge anche i papà, i colleghi, i Manager e gli Hr. Questo percorso, da fruire nei primi mesi del rientro, unisce formazione videoregistrata, colloqui diretti con esperti (coach, psicologhe, ostetriche), modelli di self-coaching e consulenza di People Strategy per una nuova e migliore riorganizzazione aziendale.

 

L’obiettivo è quello di aiutare gli HR nel creare un ambiente flessibile e sereno in cui le neo-mamme possano sentirsi accolte e forti nel ritrovare (o ricreare) il loro nuovo spazio lavorativo.

Oltre al percorso offriamo consulenza nella gestione di servizi specifici di People Management direttamente legati alla sostituzione maternità, e un servizio specializzato di recruitment e di gestione del passaggio di consegne. Per fare questo abbiamo deciso di scegliere solo Partner e metodologie etico-sostenibili.

La Luna del Grano ha però anche un obiettivo ancora più ambizioso e sfidante; quello di sensibilizzare tutta la popolazione aziendale (anche i colleghi, i team Leader, i Manager con la quale la lavoratrice riprenderà le attività lavorative) per creare un ambiente realmente accogliente e inclusivo attraverso anche un cambiamento culturale.

 

Portiamo riflessioni e formazione sulle tematiche di maternità, paternità, inclusione, linguaggio inclusivo, stereotipi, parità di genere e più in generale sull’importanza del benessere e sulla felicità al lavoro. Abbiamo deciso di farlo attraverso due Academy Better@work, completamente in remoto, all’interno delle quali dedichiamo un’offerta formativa agile ed efficace capace di diffondere best practices. La prima Academy è fruibile da tutta la popolazione aziendale mentre la seconda è specifica per Hr/Manager, coloro che per primi hanno la responsabilità di portare esempi e rivoluzioni dal punto di vista concettuale e soprattutto comportamentale.

 

Infine, tutti i servizi offerti da La Luna del Grano possono essere inseriti all’interno del sistema di gestione integrato dell’azienda che vuole ottenere la Certificazione di parità di genere Uni Pdr 125/2022.

 

 

La maternità può essere intesa come un vantaggio organizzativo?

 

Assolutamente sì! Molti economisti concordano sul fatto che se il 60% delle donne in età lavorativa fosse occupato, si otterrebbe un incremento del Pil di 7 punti percentuale!

 

Le donne hanno tutta una serie di competenze trasversali, quelle che in gergo tecnico si chiamano soft skills o power skills, che durante la maternità si affinano! Competenze che forse non compaiono nei CV ma che se riconosciute e adeguatamente utilizzate in ambito lavorativo, si rivelano molto preziose per le aziende. Empatia, fiducia, leadership gentile, capacità di prendere velocemente decisioni e di adeguarsi ai cambiamenti, gestione al meglio delle risorse e finanze sono solo alcuni esempi!

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