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Azienda vincente con i nostri quattro pilastri

Nella nostra vita ci sarà capitato certamente di conoscere qualcuno che si è licenziato, che fosse il nostro collega seduto alla scrivania a fianco, oppure l’amico d’infanzia che continua a rimbalzare tra un’azienda e un’altra poiché sempre insoddisfatto. Può essere successo anche, che quel qualcuno fosse una persona che abbiamo introdotto noi stessi in azienda, formandola con cura e attenzione, e su cui avevamo puntato molto, oppure che quel qualcuno avesse addirittura il nostro nome e cognome.

 

In queste dinamiche di licenziamento si introducono anche tutti quegli avvenimenti che non rientrano nel cerchio di influenza di un’azienda, per esempio possono inserirsi a spada tratta aspetti familiari, trasferimenti, o necessità differenti. In questi momenti, si può dire che l’impresa possa ritrovarsi “spalle al muro” in quanto, il fatto che un lavoratore lasci il lavoro, non dipenda da motivazioni legate al mero contesto lavorativo.

Capita però che sia proprio il lavoro stesso, il clima aziendale e ogni aspetto vissuto quotidianamente, che porti una persona ad allontanarsi e a voler trovare un altro impiego, ed in questo caso potrebbe essere colpa dell’azienda.

 

Quale deve essere, quindi, lo scopo principale di un’impresa? Se vogliamo dirla in termini iperbolici, si può sostenere che ciascuna azienda dovrebbe perseguire l’obiettivo di sentirsi ugualmente soddisfatta, anche quando una persona sceglie di abbandonare il lavoro.

 

Insomma, solamente se una realtà ha dato il cento per cento nei confronti dei propri lavoratori, se li ha ascoltati e se ha cercato di sopperire alle loro esigenze fin quando possibile, allora può sentirsi ugualmente felice, per quanto dispiaciuta, anche di fronte ad un licenziamento.

“Ho fatto tutto quello che potevo fare, sono contento!”, sono le parole che dovrebbero venire a mente all’Amministratore Delegato, con un sorriso sulle labbra, nel momento in cui qualcuno decida di intraprendere un altro percorso al di fuori della propria realtà.

 

Quali sono, dunque, i fattori principali affinchè un’impresa possa sentirsi felice ed essere sicura di aver dato il massimo?

 

Bisogna garantire quattro principi:

-Innovazione continua di processo e di prodotto

-Welfare inteso come benessere del lavoratore a 360°

-Sostenibilità in azienda

-Formazione continua

 

 

Innovazione continua di processo e di prodotto

Viviamo in un mondo in continua evoluzione e in continuo cambiamento, che assomiglia ad una corsa per trovare un qualcosa di sempre più nuovo.

 

La domanda che deve sorgere spontanea all’interno di un’azienda è: come posso sopravvivere e come posso stimolare i miei lavoratori se non seguo l’andamento dell’innovazione?

Proprio per questo, le aziende devono sviluppare la loro ricerca ed innovarsi, per poter migliorare i loro processi interni, i loro servizi ed i loro prodotti, rimanendo così al passo con i tempi e dimostrandosi una realtà dinamica e pronta al cambiamento.

Intraprendendo un percorso di sviluppo internamente, non soltanto si avrà un riscontro positivo all’esterno, ma anche i lavoratori saranno più motivati, più curiosi e più stimolati, essendo in un’azienda che non si ferma mai.

 

Welfare inteso come benessere del lavoratore a 360°

Garantire il benessere di ciascun singolo è sicuramente uno dei capisaldi di un’azienda felice e funzionante.

Con il termine Welfare non deve venire inteso esclusivamente il concetto di inserire piani di welfare aziendale all’interno della propria impresa, ma questa idea di benessere deve estendersi sotto ogni aspetto, mettendo sempre al centro la persona.

 

Un’azienda deve quindi dare valore ad ogni risorsa, fare attenzione alla conciliazione vita lavoro di ciascun lavoratore, alle nuove idee e a tutto ciò che può emergere.

Bisogna essere pronti all’ascolto e fare in modo che ognuno possa sentirsi libero di esprimersi, e di evidenziare aspetti positivi, ma anche criticità, all’interno dell’ambiente lavorativo in cui opera.

 

Va sempre ricordato che alle spalle di ogni servizio o di ogni prodotto offerto, c’è sempre una persona che passa ore e ore in un ufficio, in un negozio, o in un magazzino, e che dedica il suo tempo alla propria attività, probabilmente rinunciando a qualcosa che potrebbe renderlo ancora più felice.

 

Bisogna dare importanza alle persone, non soltanto per la paura che queste si allontanino dall’azienda, ma specialmente perché offrendo loro un ambiente sereno e disponibile, possono dare il meglio di sé stesse, sentirsi appagate, felici e presentarsi a lavoro con il sorriso, influenzando probabilmente il clima aziendale generale e tutto ciò che ne consegue.

 

Sostenibilità in azienda

Ormai la sostenibilità è uno degli argomenti del momento, ma questo non perché sia diventato un concetto “di moda”, ma perché necessita di venir trattato e approfondito ogni giorno da più persone possibili, affinchè, unendo le forze, si possa invertire la rotta dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

 

Per questo, un’azienda in primis deve impegnarsi nei confronti della sostenibilità, anche cominciando da piccole azioni, ma potendo essere d’esempio per ciascun lavoratore e per tutta la sua cerchia di influenza.

Essere sostenibili, inoltre, crea appartenenza e crea un obiettivo comune all’interno di un’impresa, generando valore e diffondendo una tematica importante.

 

Quando si pensa ad un’azienda sostenibile ci si sofferma su cosa possano pensare i vari clienti, al fatto che essere green migliori certamente l’immagine aziendale e permetta di scavalcare qualche competitor, ma bisogna anche focalizzarsi sull’importanza che questo argomento possa avere internamente, tra i propri lavoratori.

La sostenibilità sta diventando necessaria anche come metro di giudizio per chi sceglie di iniziare o di continuare a lavorare in una determinata impresa, ed è una tematica troppo importante per non essere affrontata in un ambiente di lavoro.

 

Può essere paragonata al concetto della New Economy, un futuro al quale non ci si può sottrarre, né su cui si può fare marcia indietro: una nuova visione che non deve spaventare per il cambiamento che porta, ma che deve essere uno stimolo per lo sviluppo e per il miglioramento.

 

Formazione continua

Un altro tassello indispensabile all’interno di un’azienda è la formazione continua che viene offerta a ciascun lavoratore, ed è proprio sulla parola “continua” che dobbiamo soffermarci.

La formazione efficace, utile, stimolante e che possa essere messa in pratica ogni giorno con dei piccoli miglioramenti, è quella che avviene ogni settimana, non ogni tre mesi; per questo motivo le aziende hanno la necessità di cambiare i propri processi di formazione verso i lavoratori, permettendo loro di apprendere sempre e con continuità.

 

Per rendere questo concetto attraverso un esempio pratico, immaginate di voler imparare a giocare a tennis. A vostro avviso, potreste diventare più bravi allenandovi anche soltanto un’ora ogni settimana, oppure preferireste prenotare il campo per il vostro allenamento quattro volte all’anno per otto ore di fila?

La formazione deve poter essere messa in pratica fin dal principio, magari anche commettendo alcuni errori, ma deve offrire l’opportunità di avere una visione più ampia, dare nuovi stimoli e nuovi punti di vista che possono essere applicati un po’ per volta, ma continuamente.

 

A questi principi fondamentali che consentono di rendere un’azienda felice e di migliorare sotto vari aspetti, va aggiunto un ingrediente segreto: dare importanza alle generazioni.

Questo concetto funge come da collante di quanto detto fino ad ora, e va applicato in ogni contesto ed in ogni circostanza.

 

Bisogna fare attenzione alle persone in azienda, al loro benessere, ma anche alla loro età e alla loro generazione, perché non si può e non si deve standardizzare un principio, ma lo si deve rendere flessibile a seconda della persona a cui ci si rivolge.

Le generazioni nascono in periodi storici completamente diversi, soprattutto ultimamente, con il continuo evolversi della tecnologia, e per questo motivo apprendono e operano in modi diversi e sotto forme differenti.

Per esempio, quando parliamo di formazione continua, dobbiamo capire bene con chi ci stiamo parlando e modulare quello che vogliamo offrire come azienda, comportandoci diversamente di fronte ad un ragazzo di 25 anni appena laureato, oppure ad un uomo di 57 anni che non ha avuto modo di proseguire gli studi.

 

Dobbiamo sempre imparare a guadare oltre, a dare il cento per cento e a concretizzare il più possibile ogni aspetto e forse, un domani, potremmo dire come azienda di aver dato il massimo.

 

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