ONBOARDING: IL SEGRETO PER TRATTENERE E VALORIZZARE I TALENTI
Secondo un recente studio condotto da Gallup, il periodo di onboarding per i neo-assunti, indipendentemente dalla loro posizione e ruolo aziendale, si estende mediamente per circa 12 mesi. In altre parole, è necessario un anno per completare il processo di adattamento professionale e per consentire ai nuovi membri del team di sfruttare appieno il proprio potenziale all’interno dell’organizzazione.
Questa scoperta sottolinea l’importanza cruciale di dedicare attenzione e risorse significative alla fase di onboarding, spesso sottovalutata. È essenziale che questo processo sia accurato e approfondito, permettendo alle persone di sentirsi pienamente integrate in un ecosistema aziendale complesso che, oltre a richiedere, offre sempre di più.
L’OnBoarding è un Must!
In questo momento, è essenziale rendere il processo di onboarding non solo memorabile, ma anche capace di superare le aspettative stabilite durante la fase di talent acquisition. Un’analisi di Gallup fornisce dati interessanti: solo il 12% dei lavoratori ritiene che il processo di onboarding della propria azienda sia soddisfacente o allineato alle aspettative. Di questi, nemmeno il 30% si sente veramente preparato per iniziare a lavorare dopo questa fase, evidenziando quanto spesso diventi una routine inefficace.
D’altra parte, le aziende che investono in un onboarding strutturato vedono un aumento del 50% nella retention degli impiegati appena assunti e, all’interno di questo gruppo, una crescita della produttività del 62%. Questi dati indicano chiaramente che un onboarding ben curato è un investimento che paga, portando a una maggiore fedeltà dei dipendenti e a un aumento della performance aziendale.
Aumentare tali percentuali implica un miglioramento significativo della soddisfazione tra i colleghi e, di conseguenza, una riduzione del turnover aziendale. Secondo la Society for Human Resource Management, il turnover raggiunge il 50% nei primi 4 mesi per i lavoratori junior e mantiene una percentuale analoga per le posizioni senior, con un periodo di permanenza esteso fino a 18 mesi.
L’Onboarding emerge come una fase cruciale, creando un ponte tra il processo di talent acquisition e una performance professionale di qualità e sostenibile nel lungo termine. Come accennato in precedenza, questa fase costituisce la bussola delle promesse fatte durante la fase di reclutamento, plasmando l’employee experience, ovvero l’intera percezione di un lavoratore durante la sua permanenza in azienda.
È in questo passaggio che i nuovi membri del team delineano una visione della cultura aziendale, contribuendo a formare percezioni che, specialmente se negative, risultano ostiche da cambiare.
Strategie Vincenti:
Un Onboarding di qualità eccellente va oltre le semplici congratulazioni su LinkedIn; si propone di preparare i nuovi assunti a raggiungere il massimo potenziale e a connettersi con l’anima autentica dell’azienda. Abbandoniamo i processi noiosi e i modelli standard poco adatti, per abbracciare un approccio concreto e creativo. Dall’ascolto attento di dati e opinioni di mercato, alla comprensione delle specificità e delle esigenze della nostra azienda e delle persone coinvolte.
Il panorama del lavoro ibrido, sempre più diffuso, rende l’integrazione aziendale un compito più complesso di prima. Il rapporto delle persone con il lavoro è ora caratterizzato da dematerializzazione e delocalizzazione, e la sfida è evitare che questo diventi un processo “deumanizzato”.
In sintesi, per creare un Onboarding eccezionale, un’esperienza tale da suscitare l’entusiasmo nei neo-assunti, è consigliabile tenere presente quanto segue:
Definire chiaramente gli obiettivi dell’Onboarding
Evitando così il rischio di intraprendere azioni senza una visione strategica. Un approccio efficace consiste nel pensare al percorso all’indietro, partendo dall’obiettivo finale e delineando il cammino per raggiungerlo. Questo metodo, noto come ‘bottom-up approach’ nel marketing, si dimostra più facile e veloce una volta implementato, contribuendo a soddisfare le esigenze in modo più efficiente.
Per stabilire obiettivi misurabili, soprattutto in termini di conformità, chiarezza, cultura e connessione (le 4 C), è utile porre alcune domande chiave:
Hai definito, condiviso e spiegato chiaramente le regole, le policy e le procedure che i lavoratori devono seguire?
Il neo-assunto ha ricevuto indicazioni chiare sulle aspettative legate al suo ruolo e su come queste si integrano nelle attività aziendali?
Al termine dell’Onboarding, coloro che hanno partecipato hanno una comprensione completa della cultura aziendale e sono supportati per instaurare relazioni favorevoli al loro successo?
Hai raccolto feedback strutturati dai nuovi colleghi per ottimizzare il processo di Onboarding mese dopo mese?
Forma un team eterogeneo per l’Onboarding.
Non affidarti solo al reparto HR; i nuovi colleghi hanno bisogno di entrare in contatto con vari dipartimenti e, se possibile, con la leadership.
Considera le sfide delle dimensioni aziendali che possono limitare il contatto diretto tra i lavoratori e i dirigenti. Incentiva il dialogo tra nuovi arrivati e figure chiave, offrendo loro un’opportunità di comprendere l’azienda senza filtri. Sensibilizza su questo aspetto coinvolgendo le figure apicali dell’organigramma.
Se le dimensioni aziendali rendono difficile il dialogo diretto, organizza incontri strutturati. CEO, AD e altri dirigenti possono partecipare a workshop o momenti informali di networking. Queste occasioni permettono ai nuovi dipendenti di condividere informazioni e valori. L’incontro con i vertici aziendali, se organizzato in modo aperto, crea una percezione positiva dell’azienda nei nuovi assunti, contribuendo a stabilire un’immagine favorevole fin dall’inizio.
Pensando ai ruoli operativi, coinvolgi i referenti dei nuovi assunti nel percorso di onboarding, questo permetterà loro di sensibilizzare l’intero team sulle nuove risorse, dettagliando compiti e responsabilità. Favorisci la creazione di relazioni virtuose, equilibrate ed efficienti per garantire un’integrazione armoniosa dei nuovi membri nel team.
Ottimizza l’esperienza di onboarding attraverso un sistema di monitoraggio e feedback strutturati.
Implementa un sistema che consente ai neo-assunti di condividere opinioni e impressioni, consentendoti di valutare l’efficacia del programma in tempo reale. Utilizza i risultati per apportare correzioni immediate e migliorare i programmi futuri. Offri accesso a contenuti extra, come formazioni online e documenti di approfondimento. Se la tua azienda è digitalizzata, considera attività sociali online, come chat di gruppo o caffè virtuali, per facilitare l’interazione tra i nuovi membri.
In definitiva, l’Onboarding è una potente strategia per trattenere i talenti e dovrebbe essere valutato come parte integrante del percorso di Employer Branding.