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COME RIDURRE IL TURNOVER DEI DIPENDENTI

Il mantenimento dei dipendenti è cruciale per il successo aziendale. Molte organizzazioni affrontano crescenti tassi di turnover, sprecando risorse nel sostituire il personale. Tuttavia, l’impegno nei confronti dei dipendenti non finisce con l’assunzione. L’ employee retention richiede sforzi da entrambe le parti, per creare un ambiente in cui i nuovi assunti possano crescere e prosperare. Il basso turnover è un segno di successo e può migliorare la produttività a lungo termine.

Uno studio condotto da Remote, ha rivelato che un basso turnover offre numerosi benefici, tra cui un aumento della morale aziendale, motivazione, aumento della produttività e rendimento, maggiore fedeltà al team e una migliore soddisfazione lavorativa. A lungo termine l’investimento nel trattenere i dipendenti da parte dell’azienda è un lavoro che porta alla diminuzione dei costi operativi dell’azienda: tra questi quelli di formazione e ricerca dei nuovi dipendenti.

 

Leggi anche questo articolo: ALLA RICERCA DELLA FELICITÀ: IL NUOVO RUOLO DEI LAVORATORI E DELLE IMPRESE.

 

vantaggi e benefici:

 

Remote ha condotto uno studio per indagare sul fenomeno del turnover degli ultimi anni, realizzando interviste a datori di lavoro del Regno Unito e USA

Ne è risultato che, a parte il beneficio economico, quasi il 61% dei datori di lavoro ha dichiarato che un basso turnover migliora alcuni aspetti come:

 

–       Aumento della morale nell’azienda

–       Miglioramento dell’esperienza dei dipendenti

–       Rafforzamento della lealtà del team

–       Permette di stabilire connessioni più profonde tra i lavoratori

–       Migliorare la soddisfazione lavorativa dei dipendenti

–       Miglioramento della cultura aziendale

–       Riduzione costi e tempo dedicato alla formazione

–       Innovazione guidata dei dipendenti

–       Miglioramento della comunicazione

 

Ruoli e settori in cui è più sviluppato:

 

I tassi di turnover medi dei dipartimenti aziendali negli ultimi 4 anni sono aumentati dell’8,7% dal 2019 ad oggi, rispettivamente del 7,7% e del 9,6%.

Tuttavia, variano in base al settore e al ruolo. Ruoli impegnativi in mercati competitivi spesso hanno un alto turnover. In media, i tassi di turnover per diverse posizioni nel 2022 sono stati:

 

–       Entry level – 35%

–       Individual contributor – 32.9%

–       Manager 33.4%

–       Senior manager 33.4%

–       Director 34.6%

–       Vice presidente 33.7%

–       Ceo 34.0%

 

Settori come l’istruzione e la sanità mostrano alte percentuali, specialmente nelle posizioni di high level. Anche l’IT e le telecomunicazioni sperimentano tassi elevati per i ruoli di livello inferiore.

 

Quali sono le cause?

 

È stato chiesto ai datori di lavoro quali ritengono siano le cause dell’aumento dei tassi tra il loro personale.

Più della metà (54%) di loro ha concordato sull’ indicare che un cattivo equilibrio tra vita e lavoro possa esserne la causa, mentre altrettanti attribuiscono alla mancanza di flessibilità nel lavoro la decisione dei dipendenti di cambiare posizione lavorativa.

Anche il sovraccarico e la mancanza di benefit dei dipendenti, può causare un alto tasso di turnover nelle aziende.

 

Quali sono le conseguenze per le aziende?

 

Le conseguenze del turnover per le aziende sono la ridistribuzione delle responsabilità ai dipendenti rimasti, ulteriore stress e costi operativi crescenti.

Oltre al clima che si può creare all’interno dell’azienda, il continuo processo di licenziamento e assunzione è un costo piuttosto rilevante per l’imprenditore.

Invece di investire in recruiter per trovare nuovi candidati da inserire in azienda, bisognerebbe investire in pratiche di retention per sostenere i dipendenti esistenti, donando loro benefici a lungo termine. Infatti, secondo i datori di lavoro intervistati da Remote, il costo medio di ricerca e assunzione per l’azienda corrisponde circa al 35% dello stipendio di un dipendente. Se il turnover è frequente, quindi, questa spesa finirà per essere insostenibile a lungo termine.

 

Possibili soluzioni

 

Tuttavia, esistono soluzioni per ridurre il turnover:

 

L’introduzione di politiche di lavoro flessibile e ibrido unito a una buona comunicazione interna e a una trasparenza aziendale: favorisce la fiducia e l’autonomia tra i dipendenti e si è visto che ha aiutato il 58% dei datori di lavoro a ridurre il turnover. Dal 2019 al 2022, per gli uffici con modello di lavoro in loco, sono infatti aumentati dell’11,5%.

Sviluppare percorsi di carriera e opportunità di crescita: offre ai dipendenti un motivo per rimanere, i lavoratori si sentiranno apprezzati. Possono aiutare anche incontri regolari e colloqui individuali con il personale.

Aumentare i salari e garantire pagamenti per gli straordinari, può motivare i dipendenti a rimanere: sei datori di lavoro su dieci hanno dichiarato che un aumento del salario e la paga degli straordinari, sono state alcune delle soluzioni che hanno contribuito alla riduzione del turnover. 

 

In conclusione, ridurre il turnover richiede sforzi da parte delle aziende per creare ambienti di lavoro favorevoli e sostenere i dipendenti. In questo modo, non solo si risparmiano risorse nel reclutamento e nella formazione, ma si migliorano anche la produttività e la soddisfazione dei dipendenti, contribuendo al successo a lungo termine delle aziende.

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