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Equità salariale uomo donna
Equità salariale uomo donna

Nuova direttiva EU sull'equità salariale tra uomini e donne

Nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea datata 17 maggio 2023, emerge un nuovo capitolo di importanza cruciale. La DIRETTIVA (UE) 2023/970 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO, datata 10 maggio 2023, rappresenta un balzo avanti nell’applicazione del principio di parità retributiva tra uomini e donne per lavoro uguale o di valore comparabile.


FOCUS SULLA TRASPARENZA SALARIALE E MISURE ESECUTIVE


Questa direttiva, lungamente attesa, si focalizza sulla promozione della trasparenza salariale e sulla creazione di meccanismi di esecuzione, segnando una tappa significativa nel percorso di sviluppo normativo. La strada verso questa direttiva è stata pavimentata da importanti passi precedenti, incluso il riconoscimento della risoluzione del 2014, che ha posto le basi per la promozione della trasparenza salariale nell’Unione Europea.

La Proposta di Direttiva n. 2021/93 del Parlamento e del Consiglio, volta a rafforzare il principio di parità retributiva attraverso la trasparenza delle retribuzioni e meccanismi esecutivi, ha ora raggiunto una fase di realizzazione dopo una serie di passaggi necessari.


DEFINIZIONE DI “LAVORO DI PARI VALORE”


Uno dei punti focali di questa direttiva è la definizione di “lavoro di pari valore”. La direttiva mira a chiarire questo concetto complesso, stabilendo che il confronto tra ruoli e retribuzioni deve avvenire basandosi su criteri oggettivi e neutrali rispetto al genere. Questi criteri comprendono fattori come l’istruzione, i requisiti professionali e formativi, le competenze, l’impegno e le responsabilità, nonché la tipologia di mansioni svolte.


EQUITÀ RETRIBUTIVA SENZA DISCRIMINAZIONI DI GENERE


Va sottolineato che la direttiva non proibisce ai datori di lavoro di retribuire i lavoratori in modo differente, anche quando svolgono lo stesso ruolo o lavori di valore comparabile. Tuttavia, si richiede che tali differenze siano basate su criteri oggettivi e neutrali rispetto al genere, eliminando così le discriminazioni. Questa disposizione rende più agevole la prova di discriminazione a livello nazionale e pone fine a decisioni discutibili in materia di erogazioni e premi differenziati.


AMPIA DEFINIZIONE DI “RETRIBUZIONE” E INCLUSIONE DI COMPONENTI ACCESSORIE


Un altro punto di rilevanza nella direttiva è la definizione ampia di “retribuzione”, che ora include non solo il salario di base, ma anche le componenti accessorie, sia in denaro che in natura. Questo abbraccia una vasta gamma di elementi, come indennità, gratifiche per straordinari, benefici di trasporto, somme di licenziamento e altri. Inoltre, la direttiva si applica a tutti i tipi di lavoratori, compresi quelli a tempo parziale, a tempo determinato e tramite agenzia.


TRASPARENZA FIN DALL’INIZIO DEL RAPPORTO DI LAVORO


La direttiva pone anche l’accento sulla trasparenza fin dall’inizio del rapporto di lavoro. I datori di lavoro sono tenuti a fornire informazioni obiettive sulla retribuzione collegata alla posizione offerta, sia tramite un’offerta pubblica che durante il processo di selezione. Inoltre, sono vietate le indagini sulle precedenti condizioni retributive dei candidati.


OBIETTIVO: EQUITÀ SALARIALE E MIGLIORAMENTO DELL’AMBIENTE LAVORATIVO


In sintesi, questa direttiva segna un passo avanti significativo verso l’equità salariale e la parità di trattamento nei luoghi di lavoro.

Oltre a promuovere la trasparenza retributiva, mira a migliorare la soddisfazione e l’efficienza dei lavoratori, creando un ambiente di lavoro più equo e produttivo.


IMPATTO A LUNGO TERMINE DELLE MISURE DI TRASPARENZA SALARIALE


Benché l’effetto specifico delle misure di trasparenza salariale sia ancora da valutare dettagliatamente, è chiaro che il loro impatto sarà tangibile a lungo termine, contribuendo a una società più equa e inclusiva.

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