Fringe benefit e welfare aziendale: differenze e vantaggi
Sempre più spesso, nel mondo HR o durante un confronto con il proprio consulente del lavoro, si sente parlare di fringe benefit e welfare aziendale come strumenti sempre più utilizzati negli ultimi anni, fondamentali per migliorare il clima aziendale, fidelizzare i collaboratori e ottimizzare la gestione fiscale: ma quale conviene adottare in base agli obiettivi aziendali? E quali sono le reali differenze tra questi due strumenti?
Welfare e fringe benefits sono entità differenti, con finalità e strutture diverse. Spesso, tuttavia, ne sentiamo parlare o ne parliamo senza davvero conoscerne i meccanismi.
Capire questa differenza, ed utilizzarla per il bene dell’azienda e dei singoli lavoratori e lavoratrici, è la competenza che ci viene richiesta.
- I fringe benefit sono retribuzione esente o parzialmente esente od esente fino ad un certo limite, o entro certi valori.
- Il welfare è tantissime cose (benessere in senso lato), che spesso coincidono con opere, servizi ed utilità sociali erogate dal datore di lavoro.
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Per le imprese è importante comprendere la differenza tra fringe benefit e welfare per introdurre correttamente in azienda misure di welfare aziendale e fringe benefit. Questo significa acquisire un vantaggio competitivo, non solo fiscale, ma anche organizzativo, relazionale e reputazionale.
Ma attenzione: anche se spesso vengono usati come sinonimi, fringe benefit e welfare aziendale non sono la stessa cosa. Hanno obiettivi, regole e vantaggi diversi in quanto rispondono a logiche diverse, con impatti differenti sia a livello gestionale che fiscale.
Ti stai chiedendo come integrare questi due istituti all’interno della tua azienda e quale conviene adottare in base agli obiettivi aziendali? Vuoi scoprire in che modo possono migliorare davvero il benessere dei tuoi collaboratori?
Continua a leggere l’articolo dove analizzeremo le differenze tra fringe benefit e welfare aziendale, vedremo cosa rientra in ciascuna categoria e come puoi sfruttarle al meglio nella tua impresa.
Cosa sono i fringe benefit?
I fringe benefit sono beni e servizi, erogati dal datore di lavoro sotto forma di compensi non monetari che un’azienda offre ai propri dipendenti in aggiunta allo stipendio.
Esempi di fringe benefit:
- Buoni carburante
- Buoni spesa o gift card
- Rimborso utenze domestiche (luce, acqua, gas, telefono)
- Rimborso affitto o mutuo per l’abitazione principale
- Auto aziendale ad uso promiscuo
- Telefoni aziendali
- Prestiti a tasso agevolato
- Polizze assicurative sanitarie
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Limiti fiscali 2025
Alla luce di quelle che sono le novità nella Legge di Bilancio 2025 (in vigore per il triennio 2025-2027), i fringe benefit non concorreranno alla formazione del reddito da lavoro dipendente e saranno quindi esenti da imposte e contributi entro le seguenti soglie di esenzione fiscale:
- fino a 1.000 euro: esenzione dal reddito per beni, servizi e rimborsi per tutti i lavoratori;
- fino a 2.000 euro: esenzione dal reddito per beni, servizi e rimborsi per i lavoratori con figli a carico;
- fino a 5.000 euro: esenzione dal reddito per beni, servizi e rimborsi per i nuovi assunti che si trasferiscono oltre 100 km dal luogo di lavoro.
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Entro questi limiti, i fringe benefit non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente e sono quindi totalmente esenti da IRPEF e contributi. Il superamento di queste soglie, i fringe benefit contribuiscono alla formazione del reddito del dipendente e di conseguenza, l’intero importo viene tassato.
Cos’è il welfare aziendale e come funziona?
Il welfare aziendale è un insieme strutturato di misure, rimborsi e servizi pensati per supportare il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie. Un piano di welfare si spinge oltre la mera retribuzione. La sua finalità è più ampia e si basa su interventi che toccano in generale il benessere sociale e nel particolare, la qualità della vita dei dipendenti e dei loro familiari.
Il welfare aziendale non si limita a vantaggi economici immediati, ma contribuisce a costruire una cultura organizzativa orientata alla cura della persona, al miglioramento del clima interno e alla conciliazione vita-lavoro.
Il welfare aziendale rappresenta un insieme ampio di misure che le aziende mettono a disposizione per migliorare il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie. Non si tratta solo di premialità o benefici “una tantum”, ma di un vero e proprio sistema di supporto alla persona. Il welfare è strutturato, sostenibile e integrato nella cultura aziendale. Non è solo un “premio” nel contesto del rapporto di lavoro, ma un investimento nel clima organizzativo, nella retention e nella motivazione.
Il welfare quindi, che di fatto rappresenta un costo che si aggiunge alla retribuzione, fa riferimento anche al contesto psicologico all’interno del cosiddetto work life balance e deve avere come finalità principale quella di far sentire il lavoratore ascoltato, accolto, compreso e anche coccolato.
Deve rappresentare una risposta adeguata alle sue esigenze e fare percepire l’azienda come un luogo in cui è altrettanto possibile “vivere bene” e nel quale poter portare e ritrovare anche un po’ di vita personale.
Esempi di misure di welfare:
- Rimborsi per spese scolastiche o universitarie
- Attività sportive, culturali e ricreative
- Piani sanitari integrativi e check-up
- Assistenza per familiari non autosufficienti
- Rimborso spese per asili nido, centri estivi
- Convenzionamento di servizi locali
- Piani di previdenza complementare
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Il welfare aziendale si basa su normative specifiche (art. 100 e commi dedicati dell’art. 51 del TUIR) e, se ben progettato, consente un’esenzione fiscale completa, senza limiti di importo, purché i benefit siano utilizzati per finalità socialmente rilevanti e non monetizzabili, e soprattutto a patto che tali servizi siano erogati nell’ambito di piani regolati da contratti collettivi, regolamenti aziendali o accordi individuali.
Quando il welfare aziendale è obbligatorio?
Obbligatorio
- Quando previsto in modo esplicito dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL). Alcuni CCNL stabiliscono l’obbligo di erogare welfare aziendale, con importi annuali predefiniti, tempistiche di erogazione, categorie di lavoratori coinvolti e vincoli su spesa e utilizzo dei crediti.
- Contrattazione di secondo livello con i sindacati (accordo integrativo aziendale). L’azienda può sottoscrivere un accordo con le rappresentanze sindacali (RSU o RSA) che stabilisce l’obbligo di erogazione. Ad esempio, in caso di conversione di un premio di risultato in welfare.
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In entrambi i casi, il welfare ha valore vincolante e l’azienda deve rispettare gli impegni presi fino a nuova contrattazione o scadenza dell’accordo.
Facoltativo ma regolamentato
Quando non esiste un obbligo contrattuale, ma l’azienda decide volontariamente di erogare benefit ai dipendenti tramite un regolamento interno. Questa modalità consente di accedere alle agevolazioni fiscali previste dalla legge, ma non rende il welfare obbligatorio in senso stretto. In caso di difficoltà economico-finanziarie, riorganizzazioni o mancato raggiungimento degli obiettivi, il datore di lavoro può sospendere, modificare o interrompere il piano, con comunicazione trasparente e tracciabile.
Solo la contrattazione sindacale rende il welfare aziendale obbligatorio e permanente. Il regolamento interno è una forma di liberalità, seppur normata.
Differenza tra fringe benefit e welfare aziendale
Anche se vengono spesso citati insieme, fringe benefit e welfare aziendale sono due strumenti profondamente diversi — sia per obiettivi che per struttura e impatto. Per Happily, comprendere e valorizzare queste differenze è il punto di partenza per costruire piani efficaci, sostenibili e coerenti con i reali bisogni delle aziende e delle persone.
Le differenze principali
1. Finalità
- Fringe benefit: servono a riconoscere un contributo economico immediato al lavoratore, in forma non monetaria e fiscalmente agevolata.
- Welfare aziendale: mira a costruire benessere nel lungo periodo, migliorando la qualità della vita dei dipendenti e il clima organizzativo.
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2. Contenuti ammessi
- I fringe benefit comprendono solo:
- Buoni spesa o shopping
- Buoni carburante
- Rimborso utenze domestiche (luce, acqua, gas)
- Rimborso affitto o mutuo per abitazione principale
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- Questi benefici sono esenti da imposte e contributi fino a 1.000 euro annui per tutti i lavoratori (o 2.000 euro se hanno figli a carico), ma non possono essere usati per altri servizi.
- Il welfare aziendale, invece, include una gamma più ampia di strumenti:
- Rimborsi scolastici e universitari
- Spese per attività sportive, culturali o ricreative
- Piani sanitari integrativi
- Servizi alla famiglia (cura, assistenza, centri estivi, ecc.)
- Convenzioni territoriali personalizzabili
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3. Gestione e struttura
- I fringe benefit sono facili da attivare, ma poco personalizzabili.
- Il welfare richiede una gestione più articolata, che Happily semplifica grazie a:
- Piattaforme digitali intuitive
- Project Manager dedicati
- Supporto formativo e operativo continuo
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Perché conviene investire in fringe benefit e welfare aziendale
Investire in fringe benefit e welfare aziendale oggi non è più un “nice to have”, ma una scelta strategica per tutte quelle aziende che vogliono essere competitive, attrattive e sostenibili — soprattutto se parliamo di PMI. Il contesto lo impone: costo del lavoro elevato, talenti difficili da trattenere, aspettative crescenti da parte dei collaboratori.
Ma non parliamo solo di numeri: il vero vantaggio è umano. E Happily lo sa bene.
I vantaggi per l’azienda
- Ottimizzazione del costo del lavoro → grazie alla detassazione prevista dalla normativa, sia i fringe benefit (fino a 1.000 o 2.000 €) sia molte misure di welfare sono esenti da contributi e imposte, generando un risparmio netto rispetto all’equivalente in busta paga.
- Retention e riduzione del turnover → un collaboratore che si sente ascoltato, supportato e valorizzato resta più volentieri. Il welfare aiuta a costruire un clima di fiducia e reciprocità.
- Employer branding e attrattività → le nuove generazioni cercano aziende con un’anima. Avere un piano di welfare significa comunicare un’identità aziendale solida, moderna e attenta al benessere.
- Maggiore competitività nella talent acquisition → quando il RAL non basta per attrarre un profilo strategico, un pacchetto welfare ben strutturato può fare la differenza nella proposta economica.
- Semplificazione gestionale → grazie a soluzioni integrate come quelle di Happily, anche le PMI possono gestire tutto in modo snello, assistito e senza complicazioni normative.
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I benefici per i lavoratori
- Maggiore potere d’acquisto → rimborsi, benefit, agevolazioni: tutto ciò che migliora la qualità della vita senza passare dalla tassazione IRPEF, si traduce in più valore reale per la persona.
- Personalizzazione e libertà di scelta → un piano welfare ben fatto offre servizi flessibili e adattabili, per rispondere a esigenze diverse in ogni fase della vita.
- Benessere concreto e supporto alla quotidianità → dalle spese scolastiche ai buoni carburante, dai rimborsi sanitari al tempo libero, il welfare entra nella vita delle persone, e la migliora davvero.
- Senso di riconoscimento → ricevere benefit non è solo una questione economica: è anche un segnale forte di attenzione e cura da parte dell’azienda.
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Scegliere Happily per il tuo welfare aziendale ti semplifica la vita
Scegliere di investire in fringe benefit e welfare aziendale non è solo una decisione fiscale o legata alle normative. È una vera e propria scelta di valore: mettere le persone al centro, riconoscere il loro contributo, costruire un contesto di lavoro più umano, giusto e sostenibile. Allo stesso tempo, è una leva strategica per l’impresa, che migliora la retention, l’attrattività, il clima interno e la sostenibilità economica.
Da un lato, i fringe benefit sono strumenti immediati e fiscali, perfetti per offrire ai dipendenti un sostegno concreto attraverso buoni spesa, carburante, rimborso utenze, affitto o mutuo. Dall’altro, il welfare aziendale rappresenta un ecosistema strutturato che incide davvero sulla qualità della vita: comprende servizi educativi, sanitari, familiari e culturali, tutti personalizzabili secondo le esigenze delle persone.
La buona notizia? Non devi scegliere.
Con Happily, hai tutto in un’unica soluzione semplice e sostenibile.
Con Happily, hai a tua disposizione:
- una piattaforma welfare intuitiva, pensata anche per chi parte da zero;
- un supporto continuo e umano, con Project Manager dedicati e un customer care sempre attivo e in italiano;
- soluzioni fiscalmente vantaggiose, conformi alla normativa e sempre aggiornate.
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Ma c’è di più.
Happily lavora fianco a fianco con HR, consulenti e imprenditori, ascoltando i bisogni reali, risolvendo dubbi, accompagnando ogni azienda nella costruzione di progetti di welfare su misura, che crescono nel tempo insieme al contesto aziendale e alle persone che lo vivono ogni giorno.
Il benessere non è un lusso. È una leva concreta per far crescere la tua azienda.
E con Happily, puoi attivarlo oggi stesso, senza complicazioni.
FAQ – Domande frequenti su fringe benefit e welfare aziendale
Appaiono come voce separata, ma non influiscono sul netto in busta se sotto soglia.
I fringe benefit sono bonus in natura (come buoni spesa, carburante, utenze) che il dipendente riceve in forma non monetaria. Il welfare aziendale, invece, è un sistema più ampio e strutturato che comprende servizi e rimborsi pensati per il benessere della persona e della famiglia.
I fringe benefit possono essere erogati solo a copertura di alcuni beni o rimborsi molto specifici, tra cui:
- Buoni spesa o gift card
- Buoni carburante
- Rimborso bollette domestiche (luce, gas, acqua, telefono)
- Rimborso affitto o mutuo per la prima casa
- Auto aziendale ad uso promiscuo
- Polizze assicurative (come quelle sanitarie integrative)
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Il tutto entro i limiti di 1.000 euro (o 2.000 se hai figli a carico).
Scopri come i fringe benefit devono essere integrati in un piano di welfare completo.
Il welfare aziendale migliora la retention, il clima interno, l’attrattività e il posizionamento del tuo brand. È una leva potente per far crescere le persone e il business, con benefici anche fiscali.
Assolutamente sì. Sono strumenti complementari e se integrati bene, portano il massimo vantaggio fiscale e umano. Happily ti aiuta a combinarli in modo semplice e strategico.
No, anzi. Il welfare aziendale è perfetto anche per le piccole e medie imprese. Basta avere un obiettivo chiaro e un partner che ti accompagni passo dopo passo per definire e rendere operativo un piano di welfare all’interno del regolamento aziendale.
Basta poco: definisci un budget, scegli i servizi, e affida la gestione a una piattaforma come quella di Happily. Noi ci occupiamo di tutto, dalla configurazione iniziale all’assistenza ai dipendenti.
Scopri quanto è semplice partire con noi! Parliamone insieme: contattaci!
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