Chi è il nostro Chief Happiness Officer?

Il Chief Happiness Officer (CHO) è un manager che ha il compito di portare nelle aziende i principi della scienza della felicità e trasformarle in organizzazioni positive. 

Queste gestiscono più facilmente ed in termini più rapidi e vincenti il cambiamento: l’unica variabile ormai diventata certa del nostro mondo.

Happily ha deciso di chiedere aiuto a Anna Di Giuseppe, CHO, che si occuperà di portare la felicità nella nostra azienda. Le abbiamo fatto qualche domanda per capire meglio la materia e di ciò che si occupa…

 

 

Di che cosa ti occupi? Raccontaci del tuo ruolo da CHO

 

Ho svolto per anni il ruolo di CFO. Ho acquisito negli anni consistenti competenze amministrative, con una forte attitudine ad organizzare e ottimizzare i processi per rendere la governance aziendale quanto più funzionale ed efficiente possibile.

Si tratta di un ruolo che ho svolto con passione e successo, a volte, ahimè, a scapito della qualità della vita in azienda per me stessa e per il team.

La difficoltà ad accettare di gestire i rapporti in modo tradizionale (aggressivo – competitivo) mi ha riportato sui libri per scoprire un modo più sostenibile di vivere l’azienda.

Nel mio percorso randomico mi sono imbattuta in vari filoni tutti utili alla crescita e alla scoperta di ciò che era davvero il mio perché.

Come CHO (Chief Happiness Officer), prima all’università di Miami poi ancor di più a Bologna con 2Bhappy e il percorso di CHO italiano, ho capito che la vera chiave per una vita lavorativa (e non solo) appagante è la sua sostenibilità.

Per questo i pilastri su cui si fonda il lavoro di un CHO:

+ chimica positiva ; – chimica negativa

+ essere ; – avere e fare

+ noi ; – io

+ disciplina ; – caos

Questo mi serve come base per individuare (e far emergere!) nelle persone, nei team e nelle aziende i propri bisogni, i valori condivisi le competenze e soprattutto i talenti da mettere a servizio dell’azienda.

La mia granitica convinzione è che ognuno di noi ha il dovere morale di trovare quel lavoro che farebbe anche se non venisse pagato in modo che possa trarne soddisfazione personale e contestualmente soddisfazione economica.

Credo infatti che è attraverso la realizzazione individuale che si può contribuire a un mondo migliore.

Il mio impegno è di mettere il “capitale sociale” al centro dell’azienda nella convinzione che far fiorire i talenti per cui siamo venuti al mondo è la base della felicità e cioè del ben-essere personale e per la crescita aziendale.

Per far questo seguo un metodo che utilizzando gli strumenti del CHO unitamente alle mie competenze, consente di partire da un punto (tipicamente il rapporto tra l’IO e il lavoro, ma si potrebbe partire anche da un altro punto) per capire cosa è importante per la persona e come questo possa essere armonizzato con i bisogni aziendali.

 

Perché hai deciso di collaborare con Happily? Cosa ti ha colpito della nostra realtà?

 

Ho contattato il CEO Gianluca Caffarati attratta dalla sua storia in cui mi sono rispecchiata. Mi ha stupito ritrovare tra le righe di quello che scrivete le mie idee e la mia filosofia. Mi piace il linguaggio, il ritmo, la serietà, la semplicità, la coerenza che lasciate trasparire in tutto quello che fate.

Sono curiosa di entrare in contatto con l’azienda tutta nella convinzione che troverò una “organizzazione” istintivamente “positiva”.

Sono sicura che dalla collaborazione e dall’interazione avremo da imparare reciprocamente dalle nostre consapevolezze nell’intento comune di “ESSERE IL CAMBIAMENTO CHE VOGLIAMO VEDERE NEL MONDO” (Gandhi).

 

Cosa significa per te essere felici in Azienda?

 

Per me essere felici in azienda significa creare e contribuire a mantenere un ambiente di fiducia in cui le persone si sentano libere di esprimere al meglio i propri talenti.

Essere felici in azienda significa avere valori condivisi che aiutino a sostenere il PERCHE’ che ha dato vita all’azienda, affinché rimanga il riferimento costante verso cui tendere nel perseguimento degli obiettivi aziendali.

Essere felici in azienda significa andare a lavoro sereni, nella consapevolezza che l’azienda mi è amica e io sono amico/a dell’azienda.

L’azienda mi vuole felice e io voglio che la MIA azienda sia felice e sostenibile per sé e per tutti i suoi stakeholders.

 

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